E’ morto in circostanze misteriose in Senegal il ciclista belga Frank VDB Vandenbroucke, nipote dell’ex ciclista e direttore sportivo Jean-Luc Vandenbroucke. L’avrebbe stroncato all’età di 34 anni un’embolia polmonare, anche se non si conoscono ancora le cause che possono averla originata, mentre era in terra d’Africa per una vacanza. Morto in una stanza d’albergo come il nostro Marco Pantani, la stessa morte avvolta nel mistero, lo stesso passato travagliato, gli stessi problemi con il doping e lo stesso grandioso futuro spezzato all’improvviso da troppi ostacoli insormontabili.
Frank Vandenbroucke era considerato il ciclista belga più importante della sua generazione anche se aveva vinto in carriera solo cinquantacinque gare, contando le corse minori. Nel 2005 aveva provato a togliersi la vita dopo la rottura con la moglie. “Sono andato a cercare la bottiglia (di vino) più cara della mia cantina, un Chateau Petrus 1961, ed ho brindato alla mia vita. Avevo chiesto consiglio ad un medico: con l’insulina doveva essere finita” c’è scritto nella sua autobiografia pubblicata lo scorso anno. Altri tentativi di suicidio, l’ultimo dei quali a giugno 2008.
Attualmente Frank Vandenbroucke era alla ricerca di una squadra per poter tornare a gareggiare nel 2010 ed aveva persino chiesto ad Aldo Sassi, allenatore del campione del mondo Cadel Evans, di allenarlo e farlo tornare competitivo.