E’ morto il commissario tecnico della nazionale italiana di nuoto Alberto Castagnetti, aveva 66 anni. L’8 settembre scorso era stato operato al cuore, un’operazione programmata da tempo che nessuno avrebbe immaginato con conseguenze così nefaste. Castagnetti è spirato nella sua abitazione di Albizzano, frazione di Negrar (Verona). La mogie Isabella era uscita per delle commissioni e al suo rientro lo ha trovato purtroppo già morto e non ha potuto fare niente. Castagnetti lascia quattro figli, due avuti dalla prima moglie e due dalla seconda.
Il mondo del nuoto italiano è rimasto sconvolto da questa notizia. Tutti amavano la vitalità e la forza di volontà di Alberto Castagnetti. Sotto la sua dirigenza, iniziata nel 1987, il nuoto italiano ha conosciuto un periodo d’oro ed ottenuto incredibili risultati nelle competizioni internazionali, proiettandosi ai vertici del nuoto mondiale. Da atleta Castagnetti, nato a Verona il 3 febbraio 1943, ha partecipato ai Giochi Olimpici di Monaco 1972 e ai Mondiali di Belgrado 1973 e conquistato numerosi titoli italiani. Ma è come commissario tecnico della nazionale di nuoto che Castagnetti fa conoscere al mondo le sue grandi qualità portando nel medagliere olimpico italiano ben 4 ori, 2 argenti e 7 bronzi.
Nella sua storia di Ct ha allenato grandi campioni come Marcello Guarducci, Roberto Gleria, Giorgio Lamberti, Domenico Fioravanti e Filippo Magnini. L’ultima sua grande ‘allieva’ è stata Federica Pellegrini dominatrice degli ultimi mondiali di nuoto. Il ricordo di Massimiliano Rosolino riassume il sentimento e la tristezza di tutti gli sportivi che hanno conosciuto e amato Alberto Castagnetti: “Questo è uno dei giorni più brutti della mia carriera. Ho perso medaglie importanti, finali olimpiche ma mai ho sentito un vuoto così, un senso di abbandono. Ho perso un amico, una persona verso la quale nutrivo una grandissima stima. La scomparsa di Alberto lascia un vuoto enorme in tutti noi. Personalmente porterò sempre un ricordo vivo di una persona con la quale c’era un continuo confronto. Alberto era molto esigente, ma era una persona che ti dava tutto e dalla quale ho sempre cercato di prendere esempio. Era un duro, era l’allenatore dei duri e lo è stato fino all’ultima vasca. Ci siamo visti qualche giorno prima della sua operazione l’ho sentito dopo l’intervento. Mai avrei immaginato cosa sarebbe accaduto”