Pubblicato in: Scienza e tecnologia

Addio a Steve Jobs, il fondatore di Apple

di Anna 6 ottobre 2011

Steve Jobs è morto il 5 ottobre. Aveva 56 anni. Dal 2004 lottava contro un cancro al pancreas, che lo ha consumato. Le sue condizioni erano tanto gravi da costringerlo il 24 agosto scorso a ritirarsi da ogni incarico operativo nella sua azienda, Apple, a favore di Tim Cook, il suo storico braccio destro. Si spegne un grande innovatore, un uomo che dava forma ai sogni. E’ al suo grande talento che dobbiamo prodotti high-tech di culto, come Mac, iPhone, iPad e tanti altri. Un uomo che ha contribuito a cambiare il nostro rapporto con la tecnologia.

La storia imprenditoriale di Jobs è lunga e articolata: ha avuto il coraggio di sfidare i colossi dell’informatica e ha saputo ricostruire la sua fortuna dal basso più e più volte. Nel 1976 fonda Apple a Cupertino con Steve Wozniak e Ronald Wayne: si distinguono nel panorama informatico, ma non riescono a divenire qualcosa di più di un’azienda di nicchia, schiacciati da Ibm e Microsoft. Il primo Macintosh viene rilasciato nel 1984, sotto la guida di John Sculley, ex chief executive di Pepsi Cola. Le difficoltà dell’azienda e le incomprensioni con Sculley spingono Jobs ad andarsene nel 1985. Da qui si cimenta nel cinema d’animazione, fondando la Pixar, compagnia che sarà poi venduta a Disney.

Il ritorno a Apple avviene nel 1996. Da qui, la strada sembra tutta in discesa. Il talento di Jobs si esprime sia nell’innovazione tecnologica, sia nella comunicazione. Da un lato ci sono prodotti avveniristici, sia per le performance che per il design, dall’altro abbiamo grandi doti di divulgatore, che costruiranno un vero e proprio culto intorno ai prodotti e alla filosofia Apple. Tenace, visionario, trend setter. Ogni nuovo prodotto Apple si è imposto come accessorio di stile impareggiabile, un must have per i Mac user. Ogni nuova versione, un indispensabile upgrade.

La sua morte ha profondamente scosso i suoi fedelissimi e non solo. I social network sono letteralmente invasi da un flusso di messaggi di cordoglio e retweet di notizie sul suo trapasso e sul suo operato. Il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama ha ricordato Jobs come un uomo “coraggioso abbastanza da credere di poter cambiare il mondo, e aveva il talento sufficiente per farlo. Facendo personal computer e mettendo internet nelle nostre tasche, ha reso la rivoluzione dell’informazione non solo accessibile a tutti, ma divertente e intuitiva. E volgendo il suo talento nel raccontare storie ha reso felici milioni di grandi e bambini. Steve Jobs viveva ogni suo giorno come se fosse l’ ultimo. E c’è riuscito, trasformando le nostre vite, ridefinendo l’intera industria e raggiungendo una delle più  rare imprese della storia umana: ha cambiato il modo in cui noi stessi  vediamo il mondo”.

Anche l’eterno rivale, Bill Gates, ha fatto una dichiarazione in merito: “Mi mancherà immensamente. Steve e io ci siamo conosciuti 30 anni fa e siamo stati colleghi, concorrenti e amici, per la maggior parte della nostra vita. Il mondo raramente vede qualcuno che ha avuto l’impatto profondo che Steve ha avuto, gli effetti del suo lavoro saranno sentiti per molte generazioni a venire. Per quelli di noi che sono stati fortunati abbastanza da lavorare con lui, tutto ciò è stato un incredibile grande onore. Steve mi mancherà immensamente”.

Tra i suoi celebri discorsi, non possiamo non ricordarvi le parole che Jobs ha rivolto ai neolaureati dell’università di Stanford, il 12 giugno 2005. “Stay hungry, stay foolish”.

Ecco il video del discorso:

http://www.youtube.com/watch?v=8ogACjJcNzc

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Una replica a “Addio a Steve Jobs, il fondatore di Apple”

  1. Giovanni ha detto:

    In mezzo a questa isteria collettiva, mi sembra giusto segnalare anche qualche voce controcorrente.
    Se non altro per evitare topiche come quelle di SEL di Roma che lo ha preso per un simbolo della sinistra.

    http://odifreddi.blogautore.repubblica.it/2011/10/13/il-libro-di-jobs/
    http://affaritaliani.libero.it/mediatech/la-libert-non-jobs-ma-mozilla061011.html